Le attuali informazioni pubbliche sulle medicine
Non Convenzionali non sono attendibili.
Un regime monopolistico, infatti, si serve di singole persone,
Istituzioni pubbliche e private, mezzi di comunicazione di
massa e di settore per provocare il consenso dei cittadini
ad una visione complessiva della Scienza e della Medicina
che sia funzionale ai suoi fini e lo protegga dalla "concorrenza"
di altre forme di Pensiero, di Scienza e di Medicina.
Normalmente, la mistificazione dell'informazione in merito
alle Medicine Non Convenzionali è limitata alla circolazione
di notizie false, incomplete e fuorvianti atte a generare
preconcetti e diffidenza. Come ad esempio la nota (e falsa)
affermazione che "l'Omeopatia è un placebo".
In alcuni casi, quando il contesto sociale lo richiede, viene
elaborato un intervento "speciale" maggiormente incisivo,
per ottenere un più profondo risultato suggestivo nella popolazione.
Questi "interventi speciali", purtroppo molto efficaci nella
manipolazione a breve termine dell'opinione pubblica, sono
tuttavia anche molto utili per svelare il gioco manipolativo
stesso, se vengono passati al vaglio.
Negli ultimi anni, la Società Italiana di Medicina Omeopatica
ha avuto il merito di evidenziare all'opinione pubblica almeno
due casi di questo tipo: la prima riguarda Piero Angela e
SuperQuark (2000), la seconda l'affare della rivista Lancet
(2005).
Piero Angela e "SuperQuark"
L'11 agosto del 2000 veniva trasmessa su RAI 1, in prima
serata, una puntata di SuperQuark che conteneva un servizio
sull'Omeopatia (1a). Il programma si presentava come "scientifico",
ma era in realtà una costruzione che assemblava pregiudizi
e luoghi comuni contro l'Omeopatia finalizzata a tenere lontani
i pazienti da questa Medicina.
Le moltissime rimostranze dei pazienti e dei medici furono
ostentatamente ignorate dai responsabili del programma e dalla
RAI. La Società Italiana di Medicina Omeopatica denunciò alla
Magistratura Piero Angela per diffamazione a danno dei medici
omeopati.
In effetti, esaminati gli atti, il Tribunale confermò il rinvio
a giudizio dell'imputato (1b).
Durante i quattro anni del processo, Angela, difeso dall'avvocato
di Andreotti, fu sostenuto da importanti personaggi pubblici
(Veronesi, Montalcini, Dulbecco, ecc.) e da varie campagne
di stampa. L'azione legale dei medici omeopati, rappresentati
dall'avvocato Adamo, fu auto-finanziata.
La sentenza di primo grado appurò che il reato penale era
stato effettivamente commesso ma che l'imputato non era condannabile,
per una "causa di giustificazione" (1c).
Contro tale verdetto, la Procura Generale del Tribunale competente
presentò un ricorso d'appello (in questo documento, la Procura
bene evidenzia che, in Italia, Angela rappresenta e garantisce
gli interessi di una potente lobby di cui fanno parte importanti
"scienziati" e che, a tal fine, ha presentato notizie false
e manipolative dell'opinione pubblica). (1d).
La sentenza di appello, tuttavia, assolse Angela (1e).
La storia e la conclusione di questo procedimento dimostrano
come sia tuttora e sempre possibile che vengano presentate,
sottoforma di "informazioni scientifiche", notizie e suggestioni
contrarie alla verità ed agli interessi reali dei cittadini,
in modo impunibile.
(1) Sul sito della Società Italiana di Medicina Omeopatica
www.omeomed.net (negli archivi delle news) sono riportati,
tra l'altro: (1a) trascrizione integrale del servizio televisivo,
(1b) testo del rinvio a giudizio dell'imputato, (1c) sentenza
di primo grado, (1d) testo del ricorso in appello della Procura,
(1e) sentenza di secondo grado.
"Lancet" e l'Omeopatia
Nell'estate del 2005, la stampa nazionale dava ampio risalto
ad un articolo scientifico comparso sulla rivista inglese
"Lancet" che sosteneva che "l'Omeopatia è soltanto placebo".
In questo caso, l'operazione di suggestione dell'opinione
pubblica fu più articolata.
Il pretesto di partenza fu costituito da un articolo di basso
profilo, rifiutato dal suo stesso committente (un ente statale
elvetico), ma opportunamente accolto in pubblicazione e spudoratamente
enfatizzato da un'importante rivista scientifica appartenente
a un gruppo di interessi finanziario. A questa pubblicazione
fece seguito una poderosa campagna mediatica che, senza curarsi
di approfondire i fatti scientifici in questione, continuò
per varie settimane a rimandare acriticamente la notizia.
Sul sito www.omeomed.net (archivio news) sono riportati interessanti
documenti originali e commenti che fanno luce sui particolari
della vicenda.
Anche in questo caso, malgrado siano stati poi pubblicati
chiarimenti a riguardo, l'operazione di suggestione mediatica
dell'opinione pubblica ha avuto buon fine. E ancora adesso
(febbraio 2006), l'articolo, ampiamente sconfessato in termini
scientifici, continua ad essere ripreso ed utilizzato dai
soliti "esperti" deputati a diffondere notizie detrattive
nei confronti dell'Omeopatia.