DIBATTITO SCIENTIFICO SULL'OMEOPATIA?
Non c’è più, in atto, alcun dibattito scientifico sull’omeopatia.
L’ultima forma di dibattito che possa essere qualificato come “scientifico” risale al noto lavoro di Ajling Shang e coll. pubblicato su Lancet nel 2005, che fu accompagnato da un editoriale titolato “The end of Homeopathy”, il che è come dire, appunto, che da allora in poi ogni dibattito scientifico sarebbe dovuto ritenersi esaurito.
Differenti analisi a cui tale studio è stato sottoposto da parte di ricercatori competenti, ne hanno svelato la inconsistenza scientifica. Dopo di allora, in effetti, non sono note altre metanalisi capaci di affermare che l’effetto dell’omeopatia sia riconducibile al solo effetto placebo. Al contrario, diverse decine di lavori hanno corroborato l’efficacia positiva di tale Medicina.
Nei quindi anni seguenti, per mostrare nuovamente la equivalenza dell’omeopatia col placebo si è dovuto ricorrere a documenti d’altro tipo come le Health Technology Assessment (HTA), costruiti ad hoc, come nel caso del Rapporto Australiano del 2015 e dei dossiers francesi del 2017. Ovvero a dichiarazioni di esperti non competenti, come nel caso del Rapporto Inglese del 2014 e dello statement della EASAC del 2017. E perfino ad opinioni personali su siti istituzionali, parimenti incompetenti, suffragate dalla letteratura sopra indicata, come in un paio di casi italiani.
Il lavoro di Shang è stato, pertanto ed in effetti, la fine del discorso scientifico che riguarda l’omeopatia. Con quell’articolo e quell’editoriale è finita l’omeopatia come oggetto di dibattito scientifico, nel senso che la “scienza stabilita” (istituzioni, ricercatori e giornali scientifici) non è stata più in grado di confermare la mancanza d’effetto specifico di questa Medicina.
A parte lo studio di Shang, anche gli altri documenti citati sono stati prodotti forzando oltremodo gli abituali criteri di correttezza. Sembrerebbe pertanto che non sia più possibile produrre materiale valido “pregiudiziale alla omeopatia” senza incorrere in abusi.
L’empasse non è di tipo tecnico, ma epistemologico: la comprensione dell’omeopatia sembra risiedere oltre gli estabished scientific concepts[1]. In altri termini, il paradigma biomedico corrente non può accettare le nuove evidenze scientifiche che, insieme alla ricerca in omeopatia, gli giungono dalle scienze di confine che supportano tali evidenze, come la fisico-chimica dei materiali, la biofisica, l’epigenetica, le neuroscienze, la quantistica (per citare alcuni dei i settori principali). L’estensione di tali scienze, per quanto validamente contrastata, costituisce ormai un territorio più vasto di quello biomedico classico. Gli established scientific concepts, cioè, sono già superati dalle evidenze scientifiche in nostro possesso. Nella difficoltà pratica di un ampliamento del paradigma medico-scientifico corrente, la strategia attualmente perseguita dalla cosiddetta “comunità scientifica ufficiale” è quella del negazionismo, che si cerca di imporre per pressione mediatica.
In tal modo, alla compressione della libertà scientifica si aggiunge la compressione della libertà di informazione. Ormai, dietro il supposto “dibattito scientifico” sull’omeopatia, c’è soltanto una propaganda mediatica di interesse sociologico.
La risposta NON può essere una azione di ribellione a questo stato di cose che, secondo le regole della Finestra di Overton[2], porterebbe ad una ulteriore reazione di limitazione delle libertà residue.
Secondo una stima approssimativa, in Italia operano al momento, ufficialmente riconosciute, almeno 7.000 competenze professionali mediche nelle cinque Medicine Non Convenzionali normate per legge[3]. La vera ribellione è quella autonomia di pensiero e di azione che consente a questi professionisti in possesso di una (o più) competenze aggiuntive a quella biomedica di continuare a svolgere il loro valido lavoro clinico giornaliero nella cura dei malati.
CD / 21.12.19
[1] La dizione è tratta da Easac, Homeopathic products and practices…, 2017. La frase è riferita allo “scientific mechanism of action” dell’Omeopatia: “we conclude that the claim for homeopathy are implausible and inconsistent with established scientific concepts”.
[2] Vedi ad esempio su http://www.quadratoviola.it/
[3] Le cinque Medicine sono: Omeopatia, Agopuntura, Fitoterapia, Medicina Antroposofica e Omotossicologia.
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